L’impiego dei sistemi costruttivi che utilizzano gli archi , le volte e le cupole per realizzare strutture portanti e di copertura degli edifici risale alla notte dei tempi. Dal terzo millennio avanti Cristo, l’uso di questi sistemi costruttivi è molto diffuso nei paesi dell’area mediorientale e in Egitto. Archi, volte e cupole furono impiegati estesamente sia dai costruttori romani, sassanidi e bizantini prima di diffondersi in numerose regioni d’Europa. Numerose applicazioni sono state sviluppate nel Magreb, nella regione compresa tra il Sudan e il Sahel cosi come nelle regioni del nord della Cina. Molti di questi paesi hanno ancora un ricco patrimonio costruttivo che utilizza questa tecnologia millenaria sia nelle zone urbane che in quelle rurali. Una vera e propria tradizione vivente, adattata in numerosi casi ai bisogni moderni dell’habitat popolare.
Dimenticati dal settore delle costruzioni come elemento formale con la diffusione del cemento armato, archi, volte e cupole, sono stati riscoperti negli anni quaranta dall’architetto egiziano Hassan Fathy, che si ispira alla tradizione nubiana nella concezione e costruzione del villaggio di Nuova Gourna. Sia questo che gli altri progetti di Hassan Fathy riscuotono un successo internazionale che suscita fra gli architetti un grande interesse. In tempi recenti, sono stati utilizzati in alcuni modelli sperimentali realizzati, con l’impiego dei blocchi d’argilla, in Sardegna, dove la tecnologia del crudo è stata impiegata, in passato, per realizzare non solo abitazioni ma anche edifici comunitari e industriali.

